Mattel Intellivision. Questo nome non dirà molto a coloro che hanno iniziato a giocare con la Playstation e le console successive, ma per molti della mia generazione rappresenta, letteralmente, l’inizio della carriera da…Player. Prima console a dare filo da torcere ad Atari, che a fine anni ’70/inizio anni ’80 era sinonimo di videogiochi, l’Intellivision si fece apprezzare per la qualità dei suoi titoli sportivi (tutti i titoli in house erano realizzati dal gruppo chiamato The Blue Sky Rangers) e per un nutrito gruppetto di killer application (la splendida conversione di Burger Time, la saga di AD&D, i titoli della Imagic). Mattel (sì, proprio quelli della Barbie e di He-Man) venne travolta come molte altre compagnie dalla grande crisi del 1983 e mollò il mondo dei videogiochi senza mai più farvi ritorno.

A quei tempi nessuno aveva capito bene cosa fossero davvero i videogiochi: Mattel, per non sbagliare, decise di proporre una softeca “per tutti”, così accanto agli innumerevoli titoli sportivi, punta di diamante dell’offerta, pensò bene di realizzare prodotti per un pubblico trasversale. Le cover, quasi tutte realizzate da Jerrol Richardson, rispecchiano alla perfezione il modo genuino e un po’ ingenuo di pensare ai videogiochi che caratterizzava quei tempi pionieristici.

Una cosa che ho sempre amato delle cover Inty è che ogni genere ludico è rappresentato da un codice colore ben preciso: viola per i giochi di società, verde per quelli d’azzardo (eh già) blu per i titoli spaziali (nelle prime versioni), rosso per arcade e simulazioni, azzurro per gli sportivi, più qualche colore ad hoc per i giochi inclassificabili. Siccome a quei tempi quello che si vedeva sullo schermo erano grumi di pixelloni, gli ilustratori dovevano lavorare con grande fantasia per rendere attrative le confezioni dei giochi. Con risultati memorabili. Beh, più o meno.

I giochi di società

Reversi: ossia Othello. Chi ci gioca a Othello? La famiglia, ovviamente, pilastro della società. Ed ecco quindi un terzetto composto da papà, mamma e figlio (con acconciatura che più ’80 non si può e doppio pollice fonziano in evidenza) divertirsi in tranquillità.

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USCF Chess: onore a Mattel per essersi accaparrata la licenza ufficiale (lo faceva con tutti gli sportivi). Stavolta però di famiglie non ve n’è traccia, che gli scacchi sono un gioco violentissimo (e non sto scherzando). Ecco quindi cavalieri in armatura, castelli e atmosfere medioevali…

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Checkers: ossia la Dama. Qui si percepiscono palesemente i dubbi che attanaglivano l’illustratore: il medioevo ce lo siamo bruciato con gli Scacchi, però un po’ ce lo mettiamo lo stesso che fa fico e adulto, quanto alla famiglia sticazzi della madre, la Dama è affare da uomini ed infatti il padre guarda beato il figlio che vince la partita con un solo, rapido, colpo. Un giorno diventerà qualcuno, magari uno startupper, vai a sapere.

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Backgammon: uno di quei giochi che non ho mai imparato a giocare, nonostante plurime spiegazioni. Qui il target si alza, in tutti i sensi, e in cover ci sono solo adulti, tra cui spicca una signora ingioiellata. Roba da ricchi, anche perchè Intellivision costava un bel po’, ai tempi.

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Utopia: l’ultimo dei giochi a banda viola era Utopia, un titolo assolutamente straordinario, in quanto primo vero “god game” realizzato un lustro prima di Populous, Sim City e compagnia. I giocatori devono gestire la propria isola, accumulare ricchezze e gestire politicamente il territorio con piglio da monarca o presidente democratico. Cover caotica.

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I giochi d’azzardo

Royal Dealer: raccolta di giochi di carte (Solitario, Cuori e un altro paio) ad uso, a quanto pare, esclusivamente femminile. Nella cover non solo troviamo tre giovani donzelle intente nell’arte del gossip e della chiacchiera, ma indovinate qual è l’unica carta mostrata? Una donna. Mattel già provava a convincere l’altra metà del mondo a pigliarsi la console…non si vive di sola Barbie!

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Horse Racing: Un giorno alle corse senza i fratelli Marx, purtroppo. Si punta sul cavallo e si vince/perde, tutto qui. Boxart fantastico che rende alla perfezione il dinamismo delle corse e l’atmosfera frenetica degli ippodromi (britannici, magari).

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Las Vegas Poker & Blackjack: il titolo che veniva venduto in bundle con la console. Soldi, carte, ballerine discinte, vamp che si abbarbicano al braccio del giocatore vincente (mica sceme…), combinazioni di carte vincenti.

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Las Vegas Roulette: ora, va bene tutto, ma chi poteva comprarsi il videogioco di una roulette? Cioè, interazione zero, per dirla alla milanese imbruttitito. Eppure Mattel completava l’offerta “d’azzardo” addolcendo lo zero ludico assoluto con una cover super dettagliata, che include persino una ballerina piumata.

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I giochi Intellivoice

Intellivoice era un add-on che, sulla carta e in teoria, avrebbe dovuto far “parlare” Intellivision. Questo avveniristico aggeggio in realtà permetteva solo di riprodurre, gracchianti, un paio di frasi campionate, ma ai tempi pareva comunque fantascienza. A supportare l’espansione furono solo 4 giochi ma il lavoro sulle cover è encomiabile: un font/illustrazione molto catchy, con il titolo del gioco che si staglia su un elegante sfondo neutro.

Space Spartans: paradossalmente, uno dei peggiori titoli spaziali Inty (in quanto inutilmente complesso e farraginoso), genere che poteva contare su giochi fantastici come Astrosmash e Space Battle.

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Tron Solar Sailor: Intellivision visse il suo periodo miglior proprio quando Tron era IL film che ogni nerd che si rispetti aveva visto al cinema, quindi Mattel c’andò giù pesante con i titoli su licenza (ben tre, uno peggio dell’altro e a nessuno venne in mente di realizzare il più ovvio, quello con le moto (ma c’era già Snafu, a ben vedere)

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Bomb Squad: il gioco di disinnescare le bombe: un po’ frustrante ma forse il migliore tra i titoli Intellivoice.

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B-17 Bomber: una rudimentale ma efficace simulazione di volo bellico. Notevolissimo, per quei tempi.

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The best of the rest

Sono davvero troppe le cover Inty che meriterebbero una citazione, così ne segnalo quattro che a mio parere hanno “qualcosa in più”.

Snafu: ovvero la conversione non autorizzata di Nibbler (poi “il gioco del serpente” sui telefoni Nokia…). Cover coraggiosa, colorata, di grande impatto visivo e forse l’unica possibile per rappresentare il gameplay.

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Advanced Dungeons & Dragons: IL gioco Intellivision per eccellenza, assieme a Burger Time (che però non era un’esclusiva). Avventure, draghi, serpenti, pericoli, RPG, insomma, la fantasia al potere.

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Space Battle: tutti i giochi spaziali Intellivision erano una strafigata incredibile e avevano tutti delle cover pazzesche, di stampo OliverFreyiano (lui però arrivò ben dopo). Tra le tante pesco dal mazzo Space Battle: pianeti lontani, plance di controllo con centinaia di pulsanti, esplosioni…

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Night Stalker: il gioco in sè non era particolarmente eccitante, ma la cover è la summa di tutta la fantascienza hollywoodiana degli anni ’70. Geniale la contaminazione horrorifica per cui il protagonista deve vedersela con ragni giganti E robot impazziti.

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Nelle puntate precedenti…

VOL 1: LE ARDITE SPERIMENTAZIONI DI ELECTRONIC ARTS
VOL 2: MEGADRIVE E GIAPPONE, IL MATRIMONIO FELICE
VOL. 3: BUON COMPLEANNO SUPER FAMICOM!

La foto usata per la cover è stata gentilmente fornita da http://retro-video-gaming.com/



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Andrea Chirichelli

Classe '73. Giornalista da tre anni, ha offerto il suo talento a riviste quali Wired, Metro, Capital, Traveller, Jack, Colonne Sonore, Game Republic e a decine di siti che ovviamente lo hanno evitato con anguillesca agilità. Ha in forte antipatia i fancazzisti, i politici, i medici, i giornalisti e soprattutto quelli che gli chiedono foto.

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